Celiachia e frasi imbarazzanti di ristoratori impreparati

5 novembre 2017 - Santina Di Leva

Il celiaco lo sa, mangiare fuori casa a volte è un’impresa e per questo tende a volere bene al ristoratore che prova a rivolgersi alla clientela che ogni giorno lotta contro l’invasione del glutine. “Provare” però non basta, perché va benissimo “provare ad offrire almeno una portata al cliente celiaco”, ma non va bene “provare a non avvelenare sto rompiscatole”. Bisogna però osservare che la colpa, anche quando l’errore viene commesso dal personale di sala, è da attribuirsi alle proprietà, che, in cerca di risparmi sul costo del lavoro, non forma e non intende formare veri professionisti. Raccogliamo quindi qualche episodio di vita vissuta in cui il ristoratore – o chi per lui – ha confuso una cosa seria come una malattia con un capriccio, un vizio, un ghiribizzo di una che, chissà perché, odierebbe la pasta. Se hai qualche episodio simile da raccontare, scrivilo nei commenti!

“Lei è celiaca… non può mangiare la pasta, giusto?”

Pasta senza glutine con pesto artigianale.

“Signora, quindi cucinate senza glutine, confermate?”, così alla proprietaria di una gastronomia attrezzatasi per essere anche osteria. La signora rassicura, dice che sa cos’è la celiachia, che i prodotti senza glutine li vendono abitualmente (vero) e che quindi basta prenotare con una mezza giornata di anticipo giusto per far trovare qualcosa. Noi si arriva lì e già al primo approccio notiamo come una sorta di paura negli sguardi dei camerieri. “Noi abbiamo prenotato… sa, il tavolo con una persona celiaca”. Sguardo di uno cerca sguardo di altro, testa a destra, poi a sinistra… “ecco, sedete qui”.

“Lei è celiaca, quindi non può mangiare la pasta, giusto?”, così il cameriere prima di prendere l’ordine. “Non c’è problema – continua tutto d’un fiato – noi abbiamo anche quella senza glutine”. Spieghiamo la complessità della celiachia e confidiamo nella buona sorte… fino all’antipasto, momento in cui viene servito un piatto alla persona celiaca con all’interno un bel peperone ‘nbuttunato ricoperto di pan grattato “classico”.

Sul dessert non ci sono problemi…

Gelati senza glutine.

Se non sei celiaco, uno degli assunti più difficili da capire è che il glutine può trovarsi ovunque, anche laddove sembra che il grano non c’entri proprio niente. A fine pasto purtroppo capita spesso che il cameriere si avvicini e proponga il gelato o dolci al cioccolato, “che non hanno né biscotti né pan di Spagna”. E’ possibile anche che noti che il gelato è di loro produzione e non usano la farina come addensante, ma quando gli fate notare che anche il cacao che hanno usato per il cioccolato deve avere la dicitura “Senza glutine” aprirete una falla nelle certezze del cameriere e, sopratutto, del ristoratore: che la celiachia sia una cosa seria?

La carne? La carne non ha il glutine!

Nella nostra esperienza la carne è stato forse il principale vettore involontario di glutine. Come è possibile, se in natura non ne contiene? Provate a comprare un hamburger di pollo preconfezionato da un euro e a leggere i suoi ingredienti: benché non presenti impanatura all’interno ci sono buone possibilità che contenga farina. Quando quindi il personale di un ristorante obietta che “la carne non ha il glutine”, diventate sospettosi perché oltre ad alcuni macinati e agli insaccati, il ristoratore talvolta ignora che anche la piastra debba essere incontaminata. Per non parlare poi della piastra, su cui spesso viene riscaldato il pane.

Ah, mi spiace… lo togliamo?

Antipasto senza glutine.

Il concetto di contaminazione è di gran lunga il più incompreso. E’ come se al celiaco venisse continuamente attribuita o una paranoia o una sorta di furiosa, fideistica avversità al glutine, per cui non può vedere farinacei a chilometri di distanza. E’ così capita che l’antipasto “celiaco” presenti gli insaccati come quello “normale”, escluda giustamente la pasta cresciuta, ma abbia sul lato una fetta di pane. Il cameriere suggerisce timidamente di levarlo, sinceramente non comprendendo il problema. “Che faccio, togliamo?”. No lascia, mi tolgo io la salute…

Altre frasi imbarazzanti? Scrivile nei commenti!

Santina Di Leva

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